L’Asinara, l’Alcatraz della Sardegna

asinara sardegnaL’Asinara, appartenente al comune di Porto Torres, in provincia di Sassari,  è la seconda isola della regione Sardegna, per estensione, dopo quella di Sant’Antioco.
Caratterizzata da una forma allungata in direzione Nord-Sud, presenta una costa estremamente frastagliata. Dalla fine del XIX secolo, per più di 100 anni, l’Asinara ha vissuto in una situazione di isolamento che le ha permesso di mantenere l’integrità di alcune zone e ha alimentato una sorta di mistero intorno ad essa. Stazione sanitaria di quarantena dal 1861, la trasformazione in colonia penale agricola nel 1885 costrinse gli agricoltori e i pescatori locali a trasferirsi sulla costa dell’isola maggiore, dove fondarono il centro di Stintino, e fece sì che l’Asinara fosse abitata solo da guardie carcerarie e carcerati. Campo di prigionia durante la “grande guerra”, supercarcere nel corso degli anni di piombo (dal 1971), solo nel 1991, con l’istituzione del parco naturale, e soprattutto dal 1997, anno di chiusura del carcere, l’Asinara uscì dal suo isolamento. Il parco naturale, creato per preservare le caratteristiche ambientali assolutamente uniche, comprende i 52 kmq dell’isola e i 21.000 ettari di superficie marina.

Oggi si può giungere in questo luogo estremamente suggestivo, connotato da un eccezionale habitat floro-faunistico, imbarcandosi su un battello a Stintino (dal 2006 è possibile accedere all’Area Marina Protetta anche con barche a vela private) e unicamente se accompagnati e con visite guidate. È necessario prenotare con un certo anticipo la visita nei periodi di maggiore affluenza turistica. Sbarcati a Fornelli, dirimpetto all’ex supercarcere – ora in un totale stato di abbandono – dove furono rinchiusi detenuti del calibro di Totò Riina e Raffaele Cutolo, si percorre l’unica strada esistente che conduce a Cala Sant’Andrea, Cala di Sgombro di Dentro, Cala Reale (nei pressi di quest’ultima sono ancora visibili i resti del Lazzaretto, realizzato come stazione sanitaria di quarantena nel 1861) e Cala d’Oliva. Da qui si raggiunge a piedi l’incantevole Cala Sabina, l’unico punto dove è consentito fare il bagno e godere dei meravigliosi e ricchi fondali dell’Area Marina Protetta.
Se non si è mai stati all’Asinara si consiglia una visita guidata da effettuarsi con trenini gommati, bus o fuoristrada. Per chi sa già come muoversi è sicuramente più emozionante percorre in bici o a piedi i sentieri tematici tracciati dai responsabili del Parco. Nel corso di questa visita ci si imbatte in falchi grillai e gabbiani corsi, in poiane e gazze ladre, in cinghiali e mufloni, in cavalli selvatici e in lepri sarde, in asinelli sardi e nei famosi asinelli albini – razza esistente solo in questo luogo, da cui l’isola prende il nome – che qui vivono allo stato brado, oltre che in decine di rettili e anfibi. Nell’isola si riproducono circa 70 specie di vertebrati terrestri, alcuni dei quali estremamente rari. Anche la flora, tipicamente mediterranea, è ricchissima: si pensi che è costituita da quasi 700 specie, tra cui la Centaurea horrida, il Limonium acutifolium, il Limonium laetum, l’Astragalus terracianoi e l’Erodium corsicum.

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